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Comunicare è arte, ma soprattutto un bisogno imprescindibile per l’essere umano.
Ecco le 5S che ci guidano per farlo al meglio!
La comunicazione è una delle tre fonti di problemi (altre due sono la mancanza della salute e le relazioni dolorose), sia quella innescata tra noi e noi sia quella che abbiamo con gli altri.
Ogni volta che ascoltiamo noi o gli altri dovremmo precisare, verificare e chiarire:
Talvolta nella foga, nella superficialità, nella speranza di essere capiti o nella presunzione che tutti elaborano i concetti come noi, dimentichiamo di chiarire la nostra precisa intenzione a noi e verificare qual è lo scopo dell’altro durante la conversazione, trattative, confronti (sia amabili, sia conflittuali).
Se la tua intenzione è comunicare (quindi non solo parlare e/o dialogare), occorre precisare il tuo scopo, verificare quello dell’altro e armonizzare, nonché calibrare di conseguenza la comunicazione. Altrimenti è come quando uno guarda la montagna e parla con chi osserva il mare stupendosi di non riuscendo a trasmettere la meraviglia dell’eterno movimento ma anzi sentendosi dire (deridere e giudicare) che non riconosce la millenaria forza e stabilità (della montagna).
Evita lo smarrimento, aumenta l’asserimento.
A seconda dello scopo diamo il significato e l’impronta alle parole e situazioni. Se non l’abbiamo ben presente e/o non conosco quello dell’altro è facile che venga distratto e condizionato dalla situazione, emozioni, ambiente ed altri fattori influenti. Il significato della domanda presume la risposta, pertanto attenzione all’arte del domandare.
Il nostro stato emotivo è la conseguenza dei pensieri, parole, azioni pensate o effettivamente da noi o espresse dagli altri. Lo stato interiore innesca il nostro comportamento. Sapevi che dietro qualsiasi comportamento c’è sempre un’intenzione positiva (inteso che serve ad ottenere qualcosa)? Ad esempio, per star bene, c’è chi pratica running, oppure va da Mc Donalds, qualcun altro si droga.
Invece di giudicare, pretendere o presupporre è utile domandare: “C’è un modo più utile/opportuno per stare bene rispetto a quello adottato?”
Ricordo che il comportamento non equivale all’identità. Noi siamo Esseri che sperimentano la Vita e nel percorso adottiamo una serie di comportamenti; e solo alcuni sono l’espressione vera di noi.
Nemmeno un giudice ti condanna per quello che sei, la sentenza non ti dice che sei un assassino, ma sei condannato per aver commesso un omicidio.
Identità: ciò che siamo
Comportamento: ciò che facciamo
Se non siamo abili a innescare lo stato meditativo e fluente dove regna il silenzio, siamo continuamente in proiezione di storie. E questo ci porta a perdere la corretta percezione della realtà.
Riesci a trovare un momento davvero Tuo, dove incontrare il tuo Io interiore?
Alla fine del processo che si svolge in pochi istanti, scegliamo cosa dire e fare.
Quanti grattacapi e litigi potremmo evitare se prima di aprire la bocca ricordassimo lo scopo?
Concordi con me che conoscere lo scopo è indispensabile per creare relazioni nutrienti, vivere in armonia ed espandere attorno noi l’assertiva pace?
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